Regola numero 1: mai trascurare il blog. Invece questa volta l’ho fatto, ahimè. Ma ho avuto un buon motivo! Ero convinta che in dieci giorni in Giappone, ci sarebbero stati dei momenti in cui avrei avuto il tempo di scrivere. Invece, una volta arrivata a Tokyo, la voglia di andare alla scoperta di ogni usanza, tradizione, quartiere particolare, ha preso il sopravvento, ed i miei dieci giorni si sono rivelati anche pochi per riuscire a fare tutto ciò che avevo in programma. Un mix di colori che catturava lo sguardo, le canzoncine giapponesi onnipresenti per strada, in metro, nei negozi, quel continuo ripetere una specie di “grazie mille” , il profumo dei gyoza (ravioli giapponesi) che proveniva da ogni piccolo ristorante affacciato sulla strada, l’incommensurabile quantità di persone ferme ad un incrocio o in fila in metropolitana, i distributori automatici di bevande ogni cento metri e le sale da gioco di pachinko (un gioco che fa impazzire i Giapponesi) sparse un pò dappertutto. Ogni quartiere di Tokyo merita di essere scoperto, perchè ogni quartiere è totalmente diverso dall’altro, e per un turista, come me, questo è uno stimolo alla curiosità. Inizialmente mi sono mossa in taxi, e dopo essermi finalmente convinta che non dovevo aprire la portiera perchè automatica, ho deciso che comunque preferivo usare la metropolitana (davvero facilissima) per spostarmi da una zona all’altra di Tokyo molto rapidamente e senza cercare invano di farmi comprendere dai taxisti locali. In questi giorni ho imparato che la cucina Giapponese (quella vera) mi fa impazzire; che la maggior parte delle ragazze giapponesi (tranne qualche bellissima eccezione) non sono vestite con i kimono, ma con gonnelline svolazzanti “college style” e calzettine fino al ginocchio; che in un paese dalla cultura rigida e casta dominano ovunque i “saloni dell’amore”, i love hotel, i karaoke erotici, ecc; che esistono tanti fantastici prodotti per la cura del viso a prezzi abbordabilissimi e che si può andare in giro super rilassati perchè in questo mondo non esiste alcun tipo di micro-criminalità. I quartieri principali che ho visitato a Tokyo sono:
- Shibuya : una delle zone più dinamiche della città, frequentata principalmente da ragazzi e ragazze molto giovani, che si esprimono attraverso l’arte del “cosplay” e della moda “ganguro”, il che rende tutto molto colorato. Ci sono tanti negozi di calze ed abitini “succinti”, ristoranti e “love hotel”.
- Harajuku: è il quartiere delle mode più stravaganti, come lo stile ” Gothic Lolita”.
- Akhiabara: è il quartiere dell’elettronica e dei manga, uno dei miei preferiti. Si trovano centinaia di “offerte speciali” su prodotti elettronici: pc, fotocamere, cover iphone ed i gadget più impensabili. Ci sono miriadi di video games, e robot meccanici degli anni ’80.
- Shinjuku est ed Omotesando: luoghi dove fare shopping e fermarsi a cena in qualche bel ristorante. Ci sono tanti centri commerciali e negozi particolari.
- Roppongi: è un quartiere dove andare a ballare di sera, a bere un cocktail e dove vi capiterà di incrociare una miriade di occidentali.
- Ginza: il centro culturale della città.
- Kappabashi: un quartiere dedicato agli utensili da cucina.
- Tokyo dome : un grande parco dei divertimenti in città, in cui ho trovato una fantastica Spa di lusso, dove vi consiglio di andare se capitate da quelle parti per un pò di giorni, per soli 20 euro a persona (giuro!).
- Odaiba: è un’isola artificiale nella baia di Tokyo, dove fare delle passeggiate lontani dalla folla.
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Un’altra cosa che mi ha fatto innamorare del Giappone sono i giardini, curatissimi e rilassanti, in grado di riprodurre tutta la bellezza della natura in uno spazio limitato, in cui ci si dimentica del tempo e ci si perde nella contemplazione. Vi consiglio di cominciare da questi:
- Il giardino di Shinjuku
- Koishikawa Koraku
- Il parco di Ueno ( da cui arrivare a piedi a visitare il Museo Nazionale di Tokyo)
- Yoyogi (vicino Harajuku)
Ho dedicato un giorno a fare un giro dei templi principali, tra cui Meiji (vicino Harajuku) ed il Santuario di Asakusa. Ma i templi più belli li ho visti nei due giorni che ho passato a Kyoto. Ho preso un treno super veloce (lo Shinkansen) che da Tokyo ti porta a Kyoto in due ore ed un quarto circa, ed in men che non si dica, mi sono ritrovata nell’atmosfera della vera tradizione Giapponese. Nella “città dei mille templi” , la mia prima ed ultima tappa è stata Gion, il famoso quartiere delle sale da the e delle geisha (diventato famoso anche grazie al film “Memorie di una geisha”) e dove ne ho avvistata una di sera, con il viso candido, un kimono bellissimo ed un elegante ombrellino in mano. Il templio d’oro è stata la cosa più suggestiva che io abbia visto, ma anche il Fushimi Inari (un tempio che si trova in cima ad una montagna, e che si raggiunge attraverso un percorso di circa 4 km attraverso dei torii rossi (un portale d’acceso tradizionale dell’area sacra shintoista). A Kyoto ho cenato in ristorantini di cucina tipica locale da sogno che si trovavano in una stradina nascosta nei pressi di un canale, indimenticabili. Una volta tornata nuovamente a Tokyo, sono andata subito a prendere un cafè al “Calico Cat Cafè”, un bar pieno di gatti bellissimi con cui poter giocare mentre si prende un the o un caffè e poi ho pranzato al 634, un ristorante a 345 metri d’altezza nella Tokyo Skytree, da cui si ha una vista mozzafiato della città e sono andata a fare shopping a Shibuya insieme ad un’amica speciale giapponese che ha saputo consigliarmi e guidarmi. In realtà sin da quando ero bambina desideravo conoscere tutti i segreti di questo strano “mondo”, un pò per via di tutti i cartoni animati giapponesi di cui mi sono nutrita nell’infanzia, ed un pò perchè il mio papà ci andava sempre per lavoro, e mi raccontava tante cose che poi io rielaboravo con l’immaginazione. E adesso posso solo stringere il mio amato orsetto di Rilakkuma, condividere quest’esperienza grazie al mio blog e cogliere l’occasione per ringraziare questo posto speciale :
Arigatou gozaimasu!!!
ありがとう
ございます
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